giovedì 25 febbraio 2010

E insistono...

Apprendo, dopo un lungo periodo di silenzio, che il partito nel quale ho militato per qualche tempo avrebbe finalmente fatto una disamina delle ragioni che ci portarono alla clamorosa debacle delle ultime elezioni comunali.

Secondo la giornalista de Il Pontino che ha scritto l'articolo, dalle parole di Doddi si evince che "nella sconfitta ha certamente inciso anche il dualismo interno, la presenza di due galli nel pollaio. Colaiacovo con il suo autoritarismo politico, timoniere di un partito ormai al collasso. Maria Celano, fautrice di una politica dialogica su differenti tematiche, insofferente del rigido controllo esercitato dal segretario".

Strano, perché io ricordo gli eventi un po' diversamente.

Ricordo, ad esempio, tutte le lotte sostenute all'interno dei direttivi per far si che almeno un decisione presa in nome e per conto del partito non fosse invisa alla cittadinanza. Ricordo di aver chiesto un segnale di rinnovamento che non puntasse ad una poltrona subito, ma che ponesse basi solide per una crescita stabile del partito. Ricordo di aver pronosticato la sconfitta a tutti gli organi provinciali e regionali. E ricordo di essermi sentita rispondere che ragionavo come una casalinga!

Ricordo di averla corsa, quella gara, dando tutta me stessa perché i risultati non fossero quelli che temevo. Ricordo le umilianti puntualizzazioni in conferenza stampa, i continui distinguo del segretario (volutamente con la s minuscola), le sue riuscite manovre per non farmi mai salire su un palco.

Ricordo la totale assenza dei vertici del partito dalla nostra città!

Ma più di tutto ricordo le risposte della gente quando chiedevo il loro voto. Ricordo come mi si rinfacciasse l'operato dell'ultima legislatura: il mutuo Depfa Bank; il contratto dell'Aser; mattone selvaggio. Ricordo come venissi definita "la faccia nuova di Colaiacovo".

Ricordo che chiesi come avremmo dovuto affrontare la "questione morale". Ricordo che mi fu detto di non preoccuparmi. E ricordo che l'unico partito ad essere attaccato su quel tema fummo noi.

Ricordo anche che Colaiacovo ha perso per strada 200 voti e che io, nonostante tutto, sono stata la più votata della lista.

Io ricordo questo ed altro, ma forse ricordo male. Forse è vero che la colpa della sconfitta sia mia. Avrei potuto fare di più. Forse avrei dovuto fare come mi si consigliava da più parti e ritirare il mio nome dalla lista. Ma sono una donna che quando prende un impegno lo porta fino in fondo, costi quel che costi.

Sono stata accusata di aver sostenuto Domenico D'Alessio al ballottaggio. E' vero! E lo rifarei subito, pur con tutte le critiche che potrei muovere alla sua amministrazione. Che fosse una colpa così grave da determinare la mia espulsione dal partito, dopo tutti i sacrifici, il tempo e le energie che ad esso avevo dedicato, non me lo sarei mai aspettato. Registro che due dei quattro figuri che firmarono per il mio allontanamento oggi militano in altro partito, dopo aver accusato me di tradimento!

Secondo Doddi, la mia decisione di lasciare l'IDV è stata frutto "di una scarsa vocazione al sacrificio, di un'incapacità di mettersi da parte, che ha portato ad una grave perdita per un partito in crescita quale l'IDV.".

Sinceramente, da un signore qual'è Doddi, non mi sarei aspettata che parlasse degli assenti.

Comunque, "scarsa vocazione al sacrificio"? Quale sacrificio, quello materiale? Da quando mi sono iscritta non ho saltato un evento che fosse uno, a costo di venirci saltellando sulle stampelle con una gamba rotta. Sono stata presente a tutte le riunioni, comunali, provinciali e regionali donne, cercando di dare il mio contributo al meglio delle mie possibilità. E i pianti dei miei figli quando li lasciavo dai nonni li sentivo io, non il partito!

Oppure parliamo del sacrificio di ingoiare decisioni che non si condividono? Perchè se parliamo di quello ne avrei di cose da dire!

"Incapacità di farsi da parte"? E cosa avrei dovuto fare di più? Morire? Me ne sono andata e vi ho lasciati liberi di rifondare il partito a immagine e somiglianza di Colaiacovo, che oggi si vanta, a parole, della sua capacità di farsi da parte al bisogno, ma quando quel bisogno c'è stato ha combattuto con le unghie e con i denti per non farlo.

"Grave perdita per il partito"? Ma non mi faccia ridere, per favore. Quando scoppiò il casino, all'improvviso i vostri telefoni diventarono muti. Non riuscivo più a parlare con nessuno, primo fra tutti il segretario provinciale De Amicis. E negli ultimi 7 mesi (tanti ne sono passati dalla mia decisione di lasciare) non ho ricevuto una sola telefonata da parte vostra per cercare di ricucire i rapporti.

La verità è che vi siete trovati a dover scegliere tra me e Colaiacovo ed avete fatto la vostra scelta. Quello che vi serviva di me, un paio di tette da mettere in lista per vantarvi di rispettare le quote rosa, l'avete prontamente trovato altrove.
Quello che non vi garbava, una testa con delle idee proprie ed il coraggio di esporle e combattare per esse, siete stati ben felici di perderlo, alla faccia del rinnovamento che sbandierate ai quattro venti.

Oggi, nonostante tutto, io posso girare per Aprilia a testa alta, conscia di aver fatto del mio meglio per cercare di cambiare le cose. Forse un giorno tornerò a fare politica attiva, quando certe persone avranno fatto il loro tempo. E quando quel giorno arriverà nessuno potrà accusarmi di essere una che non difende le proprie idee e non si batte per i propri ideali, costi quel che costi. C'è qualcuno, nel vostro partito, che può dire altrettanto?