martedì 17 giugno 2008

Back to USSR (Italia)

Mi accorgo che sono passati quasi due mesi da quando ho scritto l'ultimo post. Due mesi post-elettorali.

Sono stati due mesi molto caotici, durante i quali mi sono scontrata con le difficoltà che si incontrano per poter fare politica da giovane (dai, che non ho ancora 40 anni...) e da donna.

Sono stati due mesi durante i quali ho capito che per fare politica qui e oggi non basta dire "io voglio", ma purtroppo occorre anche chiedere "io posso?" e visto che a me non piace tanto chiedere permesso se ritengo che una cosa sia giusto farla....

Sono stati anche due mesi di profonda riflessione per me (e per i miei cari), per capire se avessi la voglia, la forza e lo stomaco di proseguire questa avventura iniziata a febbraio con quello che per molti è il punto di arrivo di una carriera politica.

Sinceramente, in alcuni momenti la tentazione di mollare è stata forte. Ma poi mi sono guardata intorno, ho guardato la mia città ed il mio paese ed ho visto che non mi piace il modo in cui sono governati. Ancora, troppo spesso, gli interessi (ed i favori) personali prevalgono e vanno a scapito degli interessi della collettività.

Piano piano ci stanno togliendo la libertà di parlare, di scrivere, di pensare: un DDL alla volta, un emendamento alla volta fino al momento in cui ci renderemo finalmente conto di vivere di fatto in un regime. E dal momento che oggi l'unica voce che si solleva per eccepire è quella di Di Pietro ho deciso che alla sua voglio unire anche la mia.

E la politica locale, la "mitica" politica locale che "è diversa", a me non sembra poi tanto diversa, anche per colpa dei tanti che si limitano a parlare dal tavolino di un bar invece di mettersi in gioco in prima persona.

Per questo oggi riparto da qui, "Back to USSR (Italia)" con un po' di idee che, spero, facciano un po' di casino. Voglio che i giovani ritrovino la voglia di dire la loro e voglio che la politica ce lo lasci fare! Voglio farlo in modo nuovo, senza obbedire a schemi che hanno dimostrato tutta la loro fallimentarietà.

Voglio, da giovane, cercare di coinvolgere i giovani per rinnovare da dentro questa politica che dei giovani non tiene affatto conto. A cominciare dal comune in cui vivo!

Per cominciare, sto affiancando l'organizzazione del "1° Forum Giovani Italia dei Valori" di Bellaria il 12-13 Luglio con lo scopo di organizzare la partecipazione dei giovani della nostra provincia, che spero siano molti perchè la nostra provincia ha davvero bisogno che i giovani facciano sentire la loro voce.

L'evento si articolerà in tre aree tematiche: "Informazione", "Merito e Accesso", "Legalità e partecipazione", con interventi di Travaglio e Di Pietro. I gruppi di lavoro saranno così coordinati:

1) Informazione
Francesco Di Stefano - Proprietario di Europa 7
Lorenzo Frigerio - giornalista di "LiberaInformazione"
Pancho Pardi – Senatore di Italia dei Valori

2) Merito e Accesso
Michela Murgia - autrice del libro "Il mondo deve sapere"
Antonio Incorvaia - blogger, autore del libro "Generazione 1000 Euro"
Rosa Ierardi - Tesoriera dell’Ordine degli Avvocati di Roma
Francesco Mauriello, Presidente Associazione Dottorandi e Dottori Italiani
Touadi – Deputato di Italia dei Valori

3) legalità e partecipazione- AddioPizzo
Davide Dose - "Giovani per la Costituzione"
Giacomo D'Arrigo - ANCI Giovani
Gaspare Pellegrino - presenta un film-documentario per salvare l'isola di Favignana dall'abusivismo
Francesco Barbato, Deputato di Italia dei Valori

Per maggiori informazioni potete connettervi a questo sito , iscrivervi al Forum, confermare la vostra partecipazione e cominciare a dire la vostra.
In alternativa, potete contattare me direttamente (anche tramite questo blog):

Maria Celano
idv_aprilia@libero.it

Confido che lo facciate in molti, perchè quando qualcuno ci da la possibilità di parlare per sentire ciò che abbiamo da dire DOBBIAMO parlare e parlare ad alta voce! L'esperienza del PD da questo punto di vista è stata fallimentare: hanno cambiato tutto per non cambiare niente (almeno nella nostra provincia, ma nel resto d'Italia non mi sembra vada molto meglio, almeno a leggere Scalfarotto e Adinolfi).

Per questo estendo esplicitamente l'invito anche a quei giovani che hanno il cuore a sinistra: venite a dirci ciò che avete da dire! Potreste sorprendervi nello scoprire che diciamo le stesse cose.

sabato 19 aprile 2008

Aprilia vuole entrare nel club dei comuni solari

Stando a quanto leggo sul Messaggero di oggi, i consiglieri Di Cesare e Venditti hanno presentato una mozione (votata all'unanimità dal Consiglio) che impegna il Comune a redigere un nuovo regolamento edilizio che renda obbligatorio per tutti i palazzi e le case di nuova costruzione l'installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda.

Finalmente! Era ora che qualcuno si svegliasse! Mi dispiace solo che l'abbiano fatto con qualche decina d'anni di ritardo e solo dopo che io avevo buttato lì la proposta durante il mio intervento alla riunione dei comitati Turbogas del 4 Aprile.

Sono ovviamente convinta che si tratti solo di una sfortunata coincidenza e che la mozione fosse in fieri da diverso tempo.

Certo, mi chiedo in che paese la stessero scrivendo, visto che in loro assenza negli ultimi dieci anni ad Aprilia si è costruito di tutto e di più senza che nessuno sentisse non dico il dovere ma almeno l'opportunità di sollevare una proposta che, se è parsa ovvia a me, per un verde come Di Cesare avrebbe dovuto essere lapalissiana!

Comunque, bando alle ciance. Non importa da chi venga: una buona proposta rimane una buona proposta e merita di essere sostenuta. Aspetto di vedere cosa c'è scritto esattamente nella mozione e come la si metterà in pratica.

Registro però, anche a mia futura memoria, che le bastonate ogni tanto servono!

Cominciamo bene

A quanto pare vogliono ripresentare il decreto antiblog.

Si vede che facciamo più paura di quanto pensiamo.

Il 25 aprile tutti in piazza a firmare per i referendum.

lunedì 14 aprile 2008

Risultati definitivi

UAOH!!!!

Risultati definitivi Aprilia:
Camera 1577
Senato 1518

Posso solo dire è una VITTORIA!

L'IdV ad Aprilia alle elezioni 2006 aveva il 2,5% a queste votazioni ha preso il 4,05%.

Considerando che io non ho mai fatto politica e che il nostro gruppo politico ha lavorato in un solo mese per ottenere un risultato del genere non posso che dire è una VITTORIA!

Ringrazio tutti coloro che hanno votato l'IdV e che ci stanno dando fiducia.

Dobbiamo fare i complimenti a Berlusconi perchè ha vinto ma mi piacerebbe fargli sapere che la sua politica di disprezzo nei confronti di Di Pietro non ha funzionato, anzi a livello nazionale è stato il partito che è cresciuto di più insieme alla Lega.

Penso che il segnale sia forte per dire a tutti gli italiani che hanno votato Di Pietro di continuare a dargli fiducia e di convincere altri ad aggregarsi con noi!!!! ;-)

Sono felicissima. Sono stremata dallo stress di queste ultime settimane e domani mattina potrò abbracciare i miei due cuccioli e dir loro che la fatica e il fatto di non averli visti è servito a qualcosa.

Grazie a tutti.

"Domani è un altro giorno"... è un'alba di un nuovo giorno, fatto di speranze, di sogni e di progetti.

venerdì 11 aprile 2008

La fine dell'inizio






Siamo arrivati alla fine. Stasera si chiude! Un ultimo giro in città con l'IDV-CAR e poi via a nanna.


E' stato eccitante, stancante, emozionante... ma soprattutto è stato folgorante e illuminante.
Ho un miliardo di pensieri che mi passano per il cervello...
Ho ascoltato la gente, ed è importante ascoltare chi ha qualcosa da dire. Ho parlato con la gente.
Ho spiegato che è importante oggi andare a votare.
Perchè non siamo un numero come ci vogliono far credere, siamo noi la linfa di questo paese, troppo spesso ce ne dimentichiamo, perchè c'è qualcuno che ci ripete in continuazione che non contiamo niente. MA NON E' COSI'!
Io vorrei poter promettere qualcosa ma non posso. Posso solo ripetere che CREDO fermamente nel partito che ho deciso di rappresentare, e non ci sono polemiche, accuse, ingiurie che mi faranno cambiare idea. Il nostro paese oggi ha bisogno di regole, di giustizia, di cose certe, e non sono le false promesse, i falsi slogan, che potranno darcele. Andiamo tutti a votare, e votiamo tutti per l'Italia dei Valori.
Io sono sicura di aver fatto molto in questo mese, molto c'è ancora da fare, e chi pensa che MARIA CELANO lunedì sera finita la campagna elettorale sarà un nome da dimenticare ha sbagliato di grosso.
Sono stata in mezzo alla gente ed ho detto loro che questa era la prima pietra che avrei posato nella città di Aprilia. Da martedì inizierà il cammino dell'Italia dei Valori ad Aprilia, un cammino fatto di incontri, di convegni, di chiacchiere, di progetti ma soprattutto di fatti!
Ringrazio tutti coloro che mi hanno sostenuto, che mi hanno aiutato in questo mese, che continueranno anche dopo a sostenerci, ringrazio chi ci voterà perchè crede in Di Pietro, e ancora di più chi ci voterà perchè crede in me!!!
Parlate con gli altri, convincete chi è scettico e dice che i politici sono tutti uguali. Io dimostrerò che non è così. Ma le battaglie si portano avanti insieme. Io posso dire a voi elettori che io credo in quello che faccio e voi potete dimostrare che volete dare una svolta a questo paese votandomi!

lunedì 7 aprile 2008

Atti Convegno (Parte 2) - Prof. Sacco

Proseguo la pubblicazione degli interventi del convegno su internet. Di seguito l'intervento del prof. Sacco


sabato 5 aprile 2008

Atti convegno (Parte 1) - Mio intervento

Comincio la pubblicazione degli atti del convegno "Dalla condivisione delle ideologie alla condivisione delle idee".

Inizio con il mio intervento di apertura. Di seguito il testo dell'intervento.



Il nostro è un paese veramente strano.

Da una parte abbiamo un personaggio che riceve lettere da Hu Jintao (il presidente cinese) perché (cito testualmente): “Ritengo di grande importanza che i leader che influenzano l’opinione pubblica, come voi siete, conoscano la verità sul Tibet”.[1]

Dall’altra, lo stesso personaggio viene sistematicamente ignorato da televisioni e giornali. Nonostante ciò, le sue opinioni rimbalzano di bocca in bocca e le sue iniziative portano in piazza centinaia di migliaia di persone in tutta Italia. Il tutto scrivendo una paginetta al giorno su internet!

Dall’altra parte del mondo, guardando alle voci di spesa dei due candidati alle primarie presidenziali americane, si scopre [2] che Obama ha investito praticamente tutto nella promozione “online”, coinvolgendo i suoi supporter per “creare” la sua campagna. La Clinton, di converso, ha speso praticamente tutto per promuovere la sua immagine “offline”, alla vecchia maniera. Il risultato è che i due corrono praticamente testa a testa, ma Obama ha speso un terzo della Clinton. Tra parentesi: entrambi hanno raggranellato diversi milioni di dollari grazie alle donazioni tramite internet.

Ho un po’ banalizzato, ovviamente, ma è lì, ormai sotto gli occhi di tutti. Internet, la rete, il suo popolo stanno irrompendo nella comunicazione (anche in quella politica) e ne stanno cambiando gli schemi.

Una volta, i giornalisti intervistavano, poi mediavano, interpretavano e infine raccontavano. Poi, la televisione ha eliminato un paio di passaggi, ma non è che sia cambiato gran che. Oggi, le interviste i candidati le fanno online, rispondendo in diretta alle domande di quelli che io definisco gli “interspettatori”. Gente che non si limita a guardare, ma che si documenta, fa domande, esige risposte e poi quelle risposte le analizza e ne discute l’autorevolezza e la fondatezza… nel proprio blog! Con altri “blogger”!

C’è però un'altra faccia della medaglia. Siamo uno dei paesi con la più bassa percentuale di famiglie con una connessione a banda larga. Peggio di noi solo Malta, il Portogallo e tutta l’Europa dell’Est[3].

Non è un mistero che da noi interi paesi (tra i più belli del nostro territorio, per lo più adagiati tra le nostre montagne ma alle volte anche alle porte di grandi città) non sono e non saranno mai serviti dall’ADSL perché sarebbe “antieconomico” per l’operatore che dovrebbe servirli.

Mi sono allora chiesta se i cittadini che vivono lì non fossero in qualche modo discriminati. Perché internet oggi non significa solo “blog”, ma anche accesso ad informazioni che altrimenti non si potrebbero avere. In altre parole, oggi l’accesso ad internet è fondamentale per una vera “partecipazione democratica” dei cittadini. Negare quell’accesso è negare la democrazia.

E’ di questi giorni la notizia che Milano ha vinto la gara per ospitare l’Expo 2015. Si aspettano centinaia di migliaia di visitatori al giorno. Molti di loro verranno da paesi dove è normalissimo sedersi su una panchina in un parco, aprire il proprio palmare, connettersi ad internet e scaricare la posta, inviare foto, aggiornare il proprio blog. Saremo in grado di garantirgli la stessa esperienza? Con le attuali leggi no: saranno prima costretti a registrarsi, fornendo copia di un documento di identità. Sempre se riusciranno a trovare un HotSpot disposto a farsi carico di tutte le procedure burocratiche necessarie e dei costi ad esse correlati.

La rete oggi è sotto attacco, dipinta spesso come covo di “pedoterroristi” che sbavano dietro la tastiera in attesa dei nostri poveri bambini. E quindi bisogna rendere l’accesso il più problematico possibile.

Cito testualmente[4] da un’ANSA del 12 marzo: Anoressia, bulimia, reati a sfondo sessuale, pedopornografia e adescamento online sono solo alcuni dei rischi in cui possono imbattersi i minori navigando in rete.

La soluzione proposta non è però un rafforzamento degli organi investigativi e delle pene, o una migliore educazione all’uso del mezzo, o una maggiore vigilanza da parte dei genitori ma (cito ancora testualmente): una legge che permetta l’accesso ad internet solo grazie ad una licenza.

Non voglio qui negare che i “pericoli” dipinti esistano. Esistono però, anzi principalmente, al di fuori della rete. E continuare a vedere solo gli aspetti negativi della rete tralasciandone gli effetti benefici in termini di conoscenza, interrelazione, cooperazione, crescita e arricchimento personale sarebbe come sostenere che Picasso non è un artista solo perché i suoi quadri non ci piacciono.

Proposte come quella citata sono indicative di una deriva censoria che non è degna di un paese democratico. Al contrario, bisogna rendere l’accesso il più facile possibile, così da far crescere la conoscenza e la consapevolezza di ciascuno di noi.

Oggi il nostro paese ha tanti problemi, alcuni dei quali così stringenti da richiedere che ogni sforzo sia indirizzato alla loro soluzione. A mio avviso, però, non possiamo permetterci di trascurare il futuro del nostro paese. Se è vero, come è vero, che siamo ormai entrati nella “società della conoscenza”, se economisti, sociologi ed opinionisti cominciano a parlare di “economia della felicità”, allora parte di quegli sforzi dovrà essere indirizzata a far si che quella conoscenza possa crescere.

E per raggiungere questo obiettivo, è necessario cominciare a pianificare adesso le infrastrutture che occorrono, tenendo presente che ormai viviamo in un mondo che non è più diviso in compartimenti stagni: ogni azione, ogni intervento, causa effetti che si propagano in tutta la società.

Ad esempio, se oggi si decidesse di investire in un’infrastruttura di rete che porti la fibra ottica nelle nostre case (in tutte le case), si metterebbero in gioco un paio di decine di miliardi di euro, con una ricaduta benefica in termini di occupazione. Un po’ come quando, ai tempi del boom, si costruì l’Autostrada del Sole.

Una volta che l’infrastruttura fosse pronta, si potrebbe aumentare la quota di gente che lavora da casa, eliminando parte del traffico pendolare casa/lavoro/casa con effetti benefici sull’ambiente, sulla qualità della vita e sul portafogli delle persone. Per non dire che, secondo alcuni[5], avere tutte le case cablate permetterebbe un risparmio energetico pari a quello che si otterrebbe costruendo qualche centrale nucleare.

Avere le scuole cablate potrebbe permettere agli studenti l’accesso ai libri di testo direttamente dal loro banco in formato elettronico. Oltre che a tutta una serie di informazioni e conoscenze che a molti di loro oggi sono precluse. Di nuovo un risparmio (concreto) per le famiglie. Nonché un miglioramento (spero) della qualità dell’insegnamento.

Con una tale infrastruttura le nostre aziende potrebbero scambiarsi informazioni in modo più efficace, aumentando quella produttività che tanti economisti oggi mettono come pre-requisito per un aumento dei salari. E lo Stato potrebbe risparmiare sui costi migliorando l’efficienza e snellendo la burocrazia.

Non parliamo dei nostri paesini che potrebbero mettersi online e farsi pubblicità magari attirando turisti che altrimenti non li avrebbero mai conosciuti.

Di esempi come questi se ne potrebbero fare tantissimi.

Il problema che si pone è: chi dovrebbe fare questi investimenti? La Telecom? Con quali soldi? E se fosse, i suoi concorrenti avrebbero diritto ad usare poi quelle strutture o potrebbe operare in regime di monopolio? E internet deve essere libera oppure censurata?

Le risposte a queste domande non sono ovviamente semplici. E non ho la presunzione di credere che saranno date oggi. Quello che so è che noi politici non possiamo più permetterci di ignorare le domande. Altri paesi se le stanno ponendo da molto più tempo di noi e alcuni hanno già dato le risposte. Per rimanere ai nostri vicini, la Francia vuole portare la fibra al 100% dei suoi cittadini entro i prossimi tre anni perché, per dirla come Jacques Attali[6] “Un paese che non promuove l’accesso a internet è condannato al declino. Esattamente come chi qualche anno fa non ha intuito la portata dell’invenzione del telefono”.

Per parlare di tutto questo ho invitato qui oggi i nostri ospiti.

Il Dott. Stefano Quintarelli è un nome noto a chi frequenta la rete. Esperto delle dinamiche sociali legate alla rete, che ha contribuito a portare in Italia, è anche uno dei fondatori di wikidemocracy, esperimento che si propone di avvicinare gli elettori alla stesura dei programmi dei partiti.

Il Prof. Francesco Sacco dell’Università dell’Insurbria, Varese e della Bocconi di Milano, insegna “Strategie e Politiche Aziendali” e “Management Consulting”.

L’On. Stefano Pedica è capolista al Senato nel Lazio per l’Italia dei Valori, nonché coordinatore regionale del partito.

Sono personaggi abituati a confrontarsi con nomi altisonanti dell’industria, delle istituzioni e dell’economia. Per questo sono loro estremamente grata per aver accettato l’invito di un’illustre sconosciuta e di essere venuti fin qui, ai confini dell’impero, per questo incontro.

Un tram chiamato desiderio

In Spagna perfino i comuni hanno un Piano Strategico Tecnologico 2008-2011 (via Mantellini). Da noi, invece i tram sono fatti per attaccarcisi.

Ieri è stata una giornata intensa. Prima il convegno con Quintarelli e Sacco (due persone stupende, che non smetterò mai di ringraziare per la disponibilità dimostrata), poi la riunione dei comitati contro la turbogas (di cui parlerò in un altro post). A sera ero stremata!

Registro l'assenza dei giornalisti (prevista! Si parlava di internet...) ma registro, purtroppo, anche l'assenza delle tante associazioni giovanil/culturali. Peccato, perché hanno perso un'occasione per parlare di nuove tecnologie, del futuro e soprattutto la possibilità di confrontarsi con due persone veramente preparate.

Nonostante questo filo di delusione io continuerò la battaglia che ho cominciato per portare una ventata di rinnovamento vero nel modo di fare politica nel nostro paese.

Nei prossimi giorni metteremo on line i video degli interventi, così che anche chi non è intervenuto possa farsi un'opinione in merito.

giovedì 3 aprile 2008

2 Aprile 2008

Della giornata di ieri voglio registrare un paio di cose che mi hanno colpito.

1) Le immagini del telegiornale della contestazione di Ferrara a Bologna. Indegne di un paese civile. Non ho le parole di Miriam Mafai, ma per quello che conta Ferrara ha anche tutta la mia solidarietà;

2) Guardando la tribuna elettorale su Raidue ho scoperto che da qualche parte, ben nascosti, ci sono ancora dei giornalisti che sanno fare il loro mestiere e sono capaci di fare un contraddittorio serrato. Escono solo quando ci sono i leader di formazioni minori, ma ci sono e già questa è una consolazione.

martedì 1 aprile 2008

Dilettante allo sbaraglio?

Mi si domanderà se io sia principe o legislatore per scrivere di politica. Rispondo di no e che appunto per questo ne scrivo. Se io fossi principe o legislatore non perderei il mio tempo a dire ciò che bisogna fare; lo farei, o starei zitto.

Queste parole (l’incipit de “Il Contratto Sociale” di Rousseau) mi sono tornate in mente leggendo il pezzo di Lonoce sull’ultimo Giornale del Lazio, nel quale vagheggia i bei tempi andati in cui i politici venivano cresciuti a manifestazioni e ciclostile, prima di “meritarsi” il diritto ad uno scranno in parlamento.

Che bei tempi! Davvero. Tempi in cui i politici “di professione” stavano zitti e facevano. Facevano i debiti che oggi tocca a noi pagare!

Il sig. Lonoce si chiede se sia davvero il caso di affidare la gestione dello Stato a dei “dilettanti della politica”, contrapposti ai “professionisti della politica” ossia gente “preparata, svezzata, e adusa ai regolamenti consiliari (istruzione di una delibera, risposta ad una interrogazione)”. Perché, dice, in fondo il lavoro di un parlamentare consiste in (a) valutare il governo e (b) fare le leggi, dove per “fare” credo intenda “scrivere” le leggi. Quindi questo delicato lavoro è meglio lasciarlo fare a chi conosce il gergo, così come è meglio lasciar fare il dentista a chi ha studiato per farlo.

Adesso mi è tutto più chiaro! Ora capisco perché, pur possedendo una buona cultura ed un discreto grado di istruzione, non riesco a leggere un articolo di legge senza farmi venire il mal di testa. Il fatto è che mia madre nel pane ci metteva la marmellata invece dei ciclostile!

Però, sig. Lonoce, mi faccia capire: se le leggi sono scritte per essere osservate dal popolo, non dovrebbero anche essere scritte in un linguaggio che il popolo possa capire? E se il lavoro di un politico consiste nello scrivere le leggi, non sarebbe meglio se costui parlasse il linguaggio del popolo invece di un linguaggio iniziatico? Per estensione, allora, non sarebbe meglio che costui appartenesse al popolo e ne condividesse i problemi invece di innalzarsi sopra quella pila di ciclostile che ha prodotto nei suoi lunghi anni di apprendistato?

Io credo che fare politica sia qualcosa di più che “istruire una delibera”. Fare Politica (quella con la P maiuscola) dovrebbe significare farsi carico dei problemi della comunità e cercare una soluzione che tenga conto del bene comune. Soluzione che, gioco forza, scontenterà alcuni ma sarà il meglio per la maggior parte. Il fatto è che i politici “veri” hanno abdicato a questo compito. Tutti indistintamente: quelli della prima come quelli della seconda repubblica. Ecco perché oggi a noi “shampiste” tocca smettere di spettegolare e provare a far vedere che una politica “nuova” è possibile anche in questo nostro disastrato paese.

Mi trova d’accordo quando ricorda che gli ultimi 15 anni di governo sono stati sostanzialmente anni di immobilismo, in cui il nostro paese ha perso via via terreno rispetto agli altri paesi industrializzati. Anni in cui non si è più parlato di infrastrutture né di piani a lungo termine. Anni in cui l’unica cosa che teneva coese le forze in campo era il berlusconismo da una parte e l’antiberlusconismo dall’altra.

In netto disaccordo mi trova invece quando giustifica il “non voto” o il “voto di protesta” e non perché io sia una candidata ma perché sta (state) perdendo di vista un punto a mio avviso fondamentale.

Per la prima volta da quando è nata la Repubblica, i partiti politici hanno dovuto aprire le loro porte alla società civile. E’ vero: alcuni nomi sono di facciata, ma insieme a loro ci sono anche persone “pulite”, che non sono cresciute a pane e ciclostile e nemmeno hanno una faccia nota. Persone che i problemi del paese li vivono sulla loro pelle come tutti quanti gli altri e che semplicemente hanno deciso di smettere di lamentarsi attorno a un tavolo la domenica pomeriggio e provare a cambiare le cose.

Lo fanno, lo facciamo, esponendoci in prima persona in un momento in cui fare il politico è una vergogna piuttosto che un onore. Siamo candidature di bandiera? Nominati solo per defraudare i nostri concittadini del loro legittimo voto? Io non credo! Siamo facce nuove. Altre in giro non ne ho viste! Si fa presto a delegittimare, ma se non si propone qualcosa di nuovo allora non è critica, ma gioco al massacro.

Il voto che stiamo chiedendo in questi giorni non è per “lor signori”, ma per noi. Lor signori in parlamento ci andranno lo stesso con o senza il vostro voto. L’astensione in questo senso non serve. Dovessero anche ricevere tre voti se li spartirebbero e governerebbero: chi non vota non ha voce.

Ma per noi quel voto rappresenta la possibilità di continuare la battaglia che stiamo cominciando. E’ il nostro giro di ciclostile! E’ la possibilità di far sentire la nostra voce (e quindi anche la vostra) all’interno di quelle strutture dalle quali per anni ci hanno accuratamente tenuto fuori!

E io lo chiedo, quel voto, senza remore né timori reverenziali. Lo chiedo a tutti, di destra, di sinistra e di centro. Lo chiedo ai meet-up e al popolo del vaffanculo. Lo chiedo ai pensionati e ai giovani che oggi mi rispondono “io so già chi votare” senza nemmeno ascoltare cosa ho da dire. Magari non a me (anche se preferirei), ma datelo quel voto. Lasciate che lì in alto sappiano che la gente ancora supporta i “suoi” candidati, perché altrimenti rischiamo veramente che al prossimo giro di candidati non ce ne siano proprio.

Prima di parlare di “dilettanti” venga almeno sul mio blog (mariacelano.blogspot.com) a vedere come la penso e le battaglie che ho scelto di portare avanti. Venga al convegno che abbiamo organizzato il 4 aprile per parlare di internet e democrazia, convegno in cui porterò (a mie spese, altro che arricchirsi!) un paio di nomi di rilevanza internazionale nel settore per parlare di politica vera, quella che senza nascondersi dietro paroloni e formule di rito affronta i punti nodali dello sviluppo del paese.

Venga a discutere un po’… che’ magari ci scappa anche uno shampoo!

sabato 29 marzo 2008

Avrei voluto dirvi

Desidero innanzitutto ringraziare il Sig. Vincenzo Daniele, presidente dell'Associazione Centro Anziani, per l'impegno profuso nel riunire i 5 candidati apriliani per un faccia faccia con i membri dell'associazione.

Riporto quanto avrei voluto dir loro:

Beppe Grillo, nell’ultimo post del suo blog, si lamenta del fatto che un tempo, prima delle elezioni, si discuteva di sviluppo, di innovazione, del futuro delle nuove generazioni. Di un mondo migliore, insomma. Oggi, invece, non facciamo che discutere di una nazione malata.

E’ vero! Oggi abbiamo tanti problemi: le vostre pensioni che non bastano, i nostri stipendi che non bastano, i nostri figli che non trovano un lavoro stabile, l’economia che non va. Perfino l’America, che una volta ci portava la farina, oggi ci porta la recessione. Non c’è telegiornale che non ci ripeta queste cose, giorno dopo giorno. E non parliamo poi della cronaca: furti, rapine, omidici, stupri.

Insomma, stando a quello che sentiamo, dovremmo chiudere bottega e mandare tutto a ramengo.

E no! Oggi io voglio provare a ritrovare quell’ottimismo di cui parla Grillo. Qui, con voi, che avete vissuto il boom degli anni sessanta. Il periodo d’oro della nazione… la crescita, il benessere. Però, mia madre mi racconta che non erano tutte rose e fiori neanche allora. Il paese, uscito dalla guerra, aveva appena cominciato a ricucire le ferite. C’era ottimismo, si, ma c’era anche povertà. C’era lavoro, si, ma molto di quel lavoro era all’estero (e noi italiani di emigrazione siamo anche morti!). C’erano i Moro, i Berlinguer e gli Almirante, ma c’erano anche le brigate rosse.

Insomma, oggi di quel periodo ricordiamo le cose belle e tendiamo a scordare, come è naturale, quelle brutte.

Secondo me era un periodo un po’ come quello odierno, di cui al contrario vediamo solo le cose brutte, tralasciandone le potenzialità.

Oggi abbiamo tante cose che non vanno, prima fra tutte una politica che dopo Berlusconi ha smesso di fare politica ed ha cominciato a fare berlusconismo e antiberlusconismo. E proprio come allora, in un momento di forti contrapposizioni ideologiche, sono riapparse le BR.

Una politica che ha smesso di guidare il paese, come hanno fatto i grandi statisti del passato, per cominciare a fare “economia”. Con i risultati che tutti conosciamo (Cirio, Parmalat e via dicendo).

Oggi non è facile, per un giovane, “fare” politica. E non perché non gliela lascino fare ma perché oggi, adesso, essere un politico tutto significa tranne che essere onorevole.

Certo non è stato facile per me decidere di rispondere si quando mi è stato offerta la candidatura. Un po’ perché, come tutti voi, ero disillusa e un po’ perché è oggettivamente difficile oggi, con questa legge elettorale, presentarmi davanti a gente come voi e chiedere il vostro voto facendovi delle promesse delle quali, poi, non potrei essere responsabile in prima persona.

Se ho deciso di accettare è solo perché chi me lo ha chiesto, Di Pietro, è uno dei pochi uomini politici degli ultimi anni al quale si può solo imputare di aver contato troppo poco. Uno dei pochi ad aver portato avanti con convinzione le sue battaglie, senza mai fare voltafaccia o cambi di casacca per mantenere la poltrona. Uno che dice pane al pane e vino al vino, anche quando potrebbe non essere conveniente.

Uno che se dice che si batterà per aumentare le pensioni, puoi star sicuro che si batterà fino alla fine per farle aumentare sul serio.

Oggi io non voglio farvi promesse. Perché, come Di Pietro, a me piace mantenere le promesse che faccio e quindi prometto solo quello che posso mantenere di persona.

Voglio ricordarvi, però, quali sono i punti programmatici dell’Italia dei Valori, soprattutto perché in televisione vi parlano solo di Veltroni e Berlusconi.

Noi dell’Italia dei Valori proponiamo interventi a favore degli anziani. Uno tra i tanti, l’aumento delle indennità di accompagnamento da 455 a 600 euro per gli utenti con maggiore bisogno di assistenza, anziani in difficoltà e disabili gravi. Oppure lo studio di nuove norme per agevolazioni alle famiglie con a carico disabiili gravi e anziani non autosufficienti.

Sul fronte della famiglia, proponiamo agevolazioni per l’acquisto della prima casa per le giovani coppie. Proponiamo di far ripartire un piano di edilizia pubblica ad affitti calmierati. Aumentare gli asili e renderli strutture finalmente in grado di essere di aiuto alle famiglie.

Per la sicurezza (e Di Pietro è uno che se ne intende), vogliamo che la Polizia torni per le strade, con le risorse necessarie per restarci. Vogliamo che gli immigrati clandestini e delinquenti se ne tornino a casa loro, anche per garantire la sicurezza dei tanti immigrati che invece nel nostro paese vengono per lavorare onestamente. Vogliamo che chi commette un reato sconti la sua pena fino in fondo. Possibilmente non su un balcone di fronte al mare a prendere il sole!

Per il lavoro, ci battiamo perché i giovani abbiano un salario d’ingresso decente (e non quella miseria che prendono adesso), perché non debbano passare da un lavoro precario ad un altro altrettanto precario ogni tre mesi e perché possano costruirsi un futuro. Per fare questo, dobbiamo contemporaneamente sostenere quelle imprese che danno loro il lavoro, soprattuto le piccole imprese che formano l’ossatura imprenditoriale del nostro paese.

Vogliamo, insomma, risolvere i problemi immediati che affliggono la nostra società. Ed i soldi per farlo li prenderemo dal taglio degli sprechi della pubblica amministrazione: riduzione del numero di parlamentari e dei loro stipendi, chiusura dei tanti enti inutili come le comunità montane a 9 metri sul livello del mare, oppure le province.

Il personale che recupereremo potrà andare ad infoltire i ranghi della magistratura, cosicchè i giudici ed i pubblici ministeri possano finalmente dedicarsi al loro lavoro e sveltire i processi lumaca. Oppure dietro una scrivania a rinnovare i passaporti, così da liberare un poliziotto da rimettere sulle strade a combattere la criminalità.

Come vedete, non promettiamo la luna e diciamo anche dove prenderemo i soldi.

E una volta risolti i problemi immediati, anzi contemporaneamente, vogliamo studiare un piano di investimenti a medio/lungo termine che possa ridare ai vostri figli e ai vostri nipoti la speranza di un futuro migliore.

Vogliamo investimenti nella scuola, per farla tornare ad essere un luogo dove i nostri figli possano imparare a vivere. Vogliamo investimenti su ferrovie, porti e autostrade. Vogliamo un’informazione più libera dalla politica e vogliamo una politica che torni onorevole, con i pregiudicati fuori dal parlamento e la riforma della legge elettorale.

Come vedete, sono pochi punti: 11 punti per la precisione. Uno in meno di quelli di Veltroni, con il quale corriamo apparentati ma mantenendo la nostra identità.

Per questo vi chiedo di scegliere l’Italia dei Valori alle prossime elezioni: per darci la forza di portare avanti le nostre battaglie e far si che i vostri nipoti, un giorno, possano parlare dei prossimi anni come dei loro “Anni del Boom”.


Questo avrei voluto dirvi. Ma voi non avete aspettato, andandovene biascicando improperi contro la classe politica tutta!

Mancando una delle principale regole della buona educazione che vuole l'ospite sacro (almeno questo mi insegnava mia nonna) e mancando un'occasione di confronto democratico con quelli che (volenti o nolenti) sono/saranno i vostri rappresentanti, quelli a cui dovrete rivolgervi per essere ascoltati proprio dove vi lamentate di non essere ascoltati.

Avendo scelto di non confrontarvi con noi (con tutti noi che, per essere li presenti abbiamo tralasciato i nostri impegni, i nostri figli, i nostri cari) con quale faccia domani potrete presentarvi a chiedere conto delle vostre pensioni che non bastano ad arrivare a fine mese? O della sanità che non vi cura come vorreste? O dello scippo subito perchè non c'era un poliziotto?

Da persone della vostra età, cresciute nell'era d'oro del confronto democratico, mi sarei aspettata qualcosa di più. Anche qualche pomodoro, qualche fischio, qualche contestazione, anche qualche vaffanculo. Ma detto in faccia e non biascicato tra i denti!

Vi lamentate tanto della politica odierna? Se siamo arrivati così in basso è proprio grazie a gente come voi, buona solo a lamentarsi la domenica al bar. Capace di scegliere solo grazie al proprio gretto interesse personale di immediata realizzazione senza guardare un palmo al di là del proprio naso.

Se riusciremo a rialzarci, se l'Italia tornerà ad essere un paese serio, certamente non sarà grazie a persone come voi.

Queste non sono parole di un candidato in cerca di voti.
Sono parole di una mamma che non vuole che i suoi figli crescano in un paese come questo, popolato di gente come voi, disinteressata.
Sono parole di una mamma che non vede i suoi figli da tre settimane per cercare di parlare con gente come voi e dirvi che si, un futuro possibile c'è, è fatto di gente come me che ancora crede che sia possibile migliorare.
Sono parole di una mamma che passa del tempo a sentirsi insultata invece di passarlo a giocare con i suoi bambini.

Forse non sarò mai un politico. Almeno non un politico come l'intendete voi. Uno di quelli che stasera vi sarebbe corso dietro implorando il vostro voto in cambio di qualsiasi cosa gli avreste proposto. Uno di quelli che, grazie ai voti che gente come voi gli ha dato negli ultimi quaranta anni, hanno ridotto l'Italia allo sfacelo che è oggi.

Io spenderò tutta me stessa ne l'Italia dei Valori per far tornare a vivere quei Valori che voi stasera avete calpestato quando avete sceso i gradini per andarvene. Io spenderò tutta me stessa per far si che i politici che voi stasera avreste ascoltato non abbiano mai più la possibilità di chiedervi il voto.

No. Io non sarò mai uno di quei politici e forse non sarò mai un politico. Ma va bene così, perchè significa che sarò ancora capace di guardarmi allo specchio e che ai miei nipoti potrò ancora raccomandare che, per quanto sgradito, un ospite rimane pur sempre un ospite e va trattato con buona educazione.

venerdì 28 marzo 2008

Guardo troppo in avanti?

Ieri sera, incontro con gli elettori. Espongo il mio "programma nel programma" (istruzione + ambiente + infrastrutture + informazione = un futuro per i nostri figli)... mi viene sollevata la questione della "terza settimana" e di come il mio programma (pur condivisibile) cozzi con la necessità di dare risposte immediate ai bisogni della gente!

Mi sono accorta, allora, che nella foga di comunicare avevo omesso di specificare, dandolo forse troppo per scontato, che il mio è, appunto, un programma nel programma.

Il programma dell'Italia dei Valori contiene già delle proposte per risolvere il problema stringente di chi con uno stipendio che una volta era più che dignitoso oggi non riesce a dar da mangiare ai propri figli. E quando è la sopravvivenza ad essere messa in gioco non c'è cultura che tenga, non c'è futuro che tenga. Il futuro diventa l'adesso, l'aspirazione mettere un piatto in tavola.

E' drammaticamente vero: bisogna parlare di più di come noi dell'IDV intendiamo risolvere i problemi immediati. Ma, proprio perchè noi quei problemi li risolveremo, dobbiamo contemporaneamente pensare a cosa fare per rilanciare il nostro paese che non merita di essere declassato.

Le azioni di lungo periodo non possono essere rimandate troppo, pena il non avere niente da migliorare. Ecco perchè dobbiamo Cambiare l'Italia e dobbiamo farlo adesso!

Voi che dite: guardo davvero troppo in avanti?

Io sono qui

Visto che va tanto di moda, io sarei qui :-).


mercoledì 26 marzo 2008

Gazebo day

Eccomi di ritorno da una giornata passata in piazza per incontrare gli elettori.

Oddio, più che incontrare si è trattato di rincorrerli: la percentuale di gente che ormai risponde "non mi interessa" (quasi stessi cercando di vendergli un'enciclopedia a rate) comincia francamente ad essere frustrante.

Capirei se mi dicessero "io voto da un'altra parte", ma così ti fanno sentire "sporca", come se non ci credessi veramente in quello che faccio. Non ti fanno nemmeno parlare, spiegare, far capire che se mai c'è stata un'occasione per scardinare questo schifo di sistema quella è ora, adesso che ci hanno dovuto aprire le porte per forza.

E' vero: per ora siamo pochi, ma ci siamo! Siamo freschi, entusiasti e (almeno la maggior parte di noi) lo facciamo ancora perchè ci crediamo. E allora, dateci almeno l'occasione di parlare. Non liquidateci con un "tanto siete tutti uguali", "noi non arriviamo a fine mese e voi vi arricchite". Ma quale arricchirsi: io non arrivo a fine mese come tutti voi, ma proprio per questo sono qui oggi, perchè mi sono stancata di continuare a lamentarmi senza fare proprio niente.

E, tra parentesi, questa campagna me la pago di tasca mia senza nemmeno avere la possibilità di mettere un banner paypal o di fare una cena di finanziamento.

Per stasera chiudo qui e vado a casa dai miei bambini!

martedì 25 marzo 2008

Dalla condivisione delle ideologie alla condivisione delle idee

Oggi ho trovato sul giornale l'estratto del mio post del 17/03. Il giornalista non ha avuto bisogno di intervistarmi: allo stesso modo dei miei due lettori ha trovato le mie idee esposte qui, come se mi avesse fatto un'intervista.

Internet sta cambiando il modo di fare politica. Sia attivamente che passivamente: l'uso dei blog e delle altre forme di comunicazione 2.0 ci mette (elettori e candidati) in contatto diretto (almeno quelli di noi che scelgono di mettersi in gioco). Tecnologia al servizio della democrazia, si potrebbe dire.

C'è però un ma! Nel nostro paese internet e tutte le possibilità ad essa collegate sono disprezzate e messe continuamente in cattiva luce. Non c'è telegiornale che non parli di pedofilia "via internet", di truffe "via internet", di malattie "da internet", di pornografia "su internet"!
Mai che si parli di democrazia "via internet", di conoscenza "grazie ad internet", di informazione "tramite internet".

Io dico basta! Internet (intesa nel senso più ampio di infrastruttura di conoscenza) è una delle grandi assenti del dibattito politico elettorale, come se non fosse destinata a diventare il supporto della società del futuro. Per questo ho deciso di chiedere ad un "paio di persone" se gli andava di discuterne assieme e loro mi hanno risposto di si.

Il 4 Aprile dalle ore 14:00, presso l'Enea Hotel di Aprilia, parleremo con Stefano Quintarelli, il Prof. Francesco Sacco e l'On. Stefano Pedica di come la politica possa/debba/voglia guidare lo sviluppo dell'infrastruttura tecnologica del nostro paese nei prossimi anni. La partecipazione è gratuita, la prenotazione gradita (mail: idv_aprilia@libero.it).

Di seguito la descrizione del convegno:

Dalla condivisione delle ideologie alla condivisione delle idee

Wikidemocracy, blog, web 2.0: come sta cambiando la partecipazione democratica

Lo sviluppo di internet ha permesso un accesso alle informazioni come mai si era conosciuto nella storia dell'uomo, spostando il baricentro della conoscenza dalle elites intellettuali verso le masse.
L'accesso alla rete ha smesso quindi di essere una commodity per diventare strumento di "democrazia partecipativa", tanto più potente ed incisivo quanto maggiore è la sua diffusione.
In quest'ottica il digital divide e la scarsa penetrazione del broadband nel nostro paese possono ancora essere considerati una mera "questione economica" oppure sono un sintomo di "democrazia negata"?
Nel secondo caso, la politica può ancora permettersi di delegare ad altri le decisioni circa lo sviluppo delle infrastrutture di rete?

lunedì 17 marzo 2008

Un'istruzione degna di questo nome

Sette studenti su 10 hanno almeno una sufficienza : sono i risultati del primo quadrimestre! La percentuale sale per gli istituti tecnici (80%)!

L'Italia è al 33esimo posto per competenze di lettura, al 36esimo per cultura scientifica, al 38esimo posto per quella matematica (su 57 paesi).
Peggio dell'Italia, tra i paesi dell'Unione europea soltanto la Grecia che si posiziona al 39esimo posto e Bulgaria e Romania
(fonte: Associazione Italiana Per la Ricerca)

I nostri studenti non sanno rispondere a banali domande. Ed i nostri laureati non stanno meglio, visto che non si riesce ad assegnare i posti ad un concorso perchè i candidati non sanno leggere e scrivere (non riesco a rintracciare la fonte, ma tanto abbiamo capito tutti di cosa stiamo parlando!).

La nostra scuola è allo sfacelo! Non so quando è cominciato, ma il risultato è sotto gli occhi di tutti.

Le analisi sociologiche si affannano a cercare un capro espiatorio: i professori sottopagati, le innumerevoli "riforme" succedutesi negli anni che non hanno fatto altro che confondere le acque, i ragazzi che non hanno più rispetto per l'autorità, le mamme che "mio figlio senza cellulare a scuola mai!" e così via di luogo comune in luogo comune.


Oddio, non voglio dire che le cause non siano importanti, però noi stiamo passando tutto il nostro tempo a parlare delle cause e degli effetti trascurando le soluzioni!


Io dico basta! Cominciamo a rimboccarci le maniche tutti quanti e vediamo cosa si può fare per migliorare guardando al futuro! E, soprattutto, facciamolo insieme!


Cominciamo ad identificare le cose che non vanno? A mio parere:


1) Edilizia scolastica.

Fatiscente, inadeguata, sottodimensionata sono solo alcuni degli aggettivi che mi vengono in mente. Bisogna ripartire per forza da qui: inutile stare li a blaterare di insegnare ai nostri ragazzi inglese e informatica quando poi non abbiamo nemmeno le sedie dove farli sedere.


2) Motivazione degli studenti

Uno studente non adeguatamente motivato non ha voglia di studiare, per quanto bravo sia il maestro. Qui il problema è (anche) sociologico: quando un laureato fa il disoccupato a 1.000 €/mese, come si fa a competere con un Grande Fratello qualsiasi? Dobbiamo far si che i nostri figli quando pensano al miglioramento personale pensino alla Cultura e non solo al pallone o alla televisione!


3) Motivazione degli insegnanti

Gli insegnanti devono tornare ad avere il ruolo di prestigio che meritano. Sono loro la categoria più importante! Sono letteralmente le guide dei nostri figli. Smettiamo di pagarli una miseria chiedendo loro di fare i miracoli quando non gli diamo nemmeno la carta su cui scrivere.


4) Piani di studio completamente irrazionali

Ma è vero che abbiamo qualcosa come un centinaio di maturità diverse? E a che servono? E poi, serve davvero ad ogni ciclo ricominciare dai Sumeri e magari non arrivare a Moro e alle Brigate Rosse? Non sarà che dei Sumeri non gliene frega niente a nessuno mentre la relazione tra Moro, BR e politica è un tema un po' troppo scottante per lasciare che dei piccoli 18enni ci riflettano sopra?


5) Mancanza di Risorse

Come possiamo insegnare informatica se le scuole non hanno un'aula attrezzata? Che potrebbe servire anche per insegnare le lingue (ma guarda quante cose fanno i computer :-). Se chiediamo agli insegnanti di insegnare, dobbiamo dar loro i mezzi per farlo!


6) Esborso economico

Non nascondiamocelo: far studiare un figlio costa! Lo studio deve essere essere veramente gratuito.


e infine


7) Merito!!!

Un professore capace e carismatico deve guadagnare di più di una mezza calzetta. E, anzi, le mezze calzette a scuola non ci dovrebbero stare proprio.

Lo stesso deve valere per i ragazzi: se non studi, non sperare in corsi di recupero e "debiti formativi". Io ho detto che hai il diritto di essere istruito, ma questo diritto comporta il dovere di studiare.


Vi viene in mente qualche altra cosa?


Riflettiamoci un po' sopra e in un prossimo post proveremo a dare delle risposte che possano trasformare i nostri propositi in azione.

venerdì 14 marzo 2008

Me ne frego...

... delle battute di Berlusconi! Ma pensano veramente che ci interessi ancora sapere che battuta ha detto?! Eppure...

Adinolfi, nel suo post odierno, ha presentato il suo "programma nel programma" dedicando due righe due a dire che di Berlusconi non gliene importa niente e che voleva cominciare a parlare di cose serie. Bravo!


Beh, tutti i primi commenti stanno lì a berciare di Berlusconi che si deve prendere le sue responsabilità etc. etc.


Io sono sempre più convinta che B. lo faccia apposta per distrarre la gente dai veri problemi. Fessi noi che abbocchiamo!


Come candidata "non eleggibile" :-) vorrei che tutti i rappresentanti IDV e PD alla domanda sull'ultima infelice uscita di B. rispondessero con una sonora pernacchia e poi chiedessero di tornare a parlare di problemi seri. Mi spiace solo non avere televisioni per fargliela io in diretta TV!

Il mio programma nel programma

Ok, passata la sbornia da candidatura bisogna che cominci a delineare un po' meglio quello per cui voglio battermi.

Inutile dire che condivido pienamente gli 11 punti di Di Pietro e i 12 punti di Veltroni.

Epperò una cosa mi ha colpito: saputo che sarei stata candidata tutti quanti hanno praticamente dato per scontato che mi sarei occupata nell'ordine di: asili nido, 194, sanità e in genere tutto ciò che attiene alla sfera "donna/mamma/casa"! Boh, non so, forse perché sono carina :-)

E' ovvio che questi sono temi che mi interessano, però mi sono venute un paio di riflessioni:

1) Realisticamente! Sono 14 di 15 in una lista che alle ultime elezioni qui non ha eletto nemmeno un deputato. Ho una sola vera possibilità di essere eletta: Di Pietro rinuncia e tutti quelli che lo seguono cominciano a cadere come mosche, cosa che di tutto cuore non mi auguro proprio (oddio, magari succede un miracolo e prendiamo il 100% dei voti, non si sa mai :-);

2) Dato il punto (1), che senso ha che io mi metta a fare l'elenco di cose "possibili" come Adinolfi? Se proprio devo farlo, allora tanto vale spararle grosse: pressione fiscale al 10%, 50% del pil alla ricerca, piena occupazione garantita per legge, pubblica gogna per gli evasori fiscali, lavori forzati per i delinquenti e via di questo passo;

Ho deciso quindi di rovesciare la questione. Hanno aperto un varco: quella che mi è stata data è una possibilità di incidere nello sviluppo dell'Italia. Ma è un'occasione che devo sfruttare con un'ottica di lungo periodo!

E allora si che mi voglio occupare dei miei figli! Però non lo voglio fare restando nella caverna ad accudirli, ma uscendo a cacciare qualche bel dinosauro!

Le tasse, la sanità, la giustizia, i "grandi" temi etici (il più delle volte trattati con serietà inversamente proporzionale alla stazza degli oratori)... secondo me sono tutti specchietti per le allodole, sintomi di un malessere profondo della nostra società di cui nessuno si sta occupando ormai da molti anni!

Io voglio lottare perchè ai miei figli e ai figli dei loro figli "fino alla settima generazione" siano date:

1) un'istruzione degna di questo nome, degna di quel popolo di "geni e pensatori" quale il popolo italiano è stato e continua (in purtroppo pochi casi) ad essere!

2) libero e fattivo accesso alle informazioni ed allo scambio di idee, senza limitazioni nè censure;

3) una Nazione che premi il talento e che gli metta a disposizione tutto il necessario per esprimersi e ridarci il primato tecnologico che i nostri giovani nel mondo dimostrano che ci meritiamo!

4) un ambiente sano, dove affacciarsi alla finestra e prendere una boccata d'aria non ti faccia ammalare; dove i rifiuti sono ridotti al minimo indispensabile ed anche quel minimo venga sfruttato; dove produrre energia non voglia dire uccidere qualcuno e tanto meno violentare il pianeta.
Il resto, tutto il resto (lavoro, tasse, sanità, povertà, aborto, staminali, sicurezza...) verrà da sé.


Per ora lascio a Di Pietro e Veltroni (e a tutti coloro che con loro verranno eletti, perchè noi vinceremo), il compito di occuparsi dei problemi imminenti.


Andate pure a cacciare il vostro bel bisonte! Io resto qui ad affilare le lance (anche per voi!), perché quando tornerete usciremo di nuovo a caccia di un T-Rex!


... e chissà, magari alla vostra testa potrei esserci io! :-)

mercoledì 12 marzo 2008

Qual'è il lavoro di un politico?

Mio figlio di 5 anni mi ha risposto: "parla per andare in televisione!"
Ed io dovrei fare politica per andare in televisione?!
Penso che il lavoro di un politico sia quello di lavorare per risolvere i problemi di tutti i giorni di tutti gli italiani e non solo.
E a questo punto parliamo di problemi:
1) INFORMAZIONE
Come possiamo pensare di essere liberi oppure di aumentare le nostre conoscenze quando c'è qualcuno che vuole mettere il "bavaglio" a Internet e dirci ciò che possiamo leggere o scrivere?
Come possono le donne pensare di diventare più indipendenti e di salire nella scala gerarchica se non imparano a utilizzare le nuove tecnologie?
Nelle mie diverse esperienze ho anche insegnato in un corso di informatica per gente di una certa età ed è stata un'esperienza bellissima! Ci sono tante aziende che non sanno cosa fare dei loro PC ormai "obsoleti" anche se comprati 2 anni prima che potrebbero donarli (magari ricevendo uno sgravio fiscale) e se avessimo un posto dove poter installarli e fare dei corsi gratis (c'è gente che farebbe volontariato anche in questo senso) penso che ne guadegnerebbe la città e la civiltà.
E voi cosa ne pensate?

Video della conferenza stampa

Ecco il mio intervento alla conferenza stampa dell' 11. Il video è un po' mosso: Prometto che per il prossimo compro un cavalletto :-)







martedì 11 marzo 2008

I° giorno - Conferenza stampa

Sono di ritorno dalla conferenza stampa...

Ci sono stati giornalisti, uomini politici, amici, la famiglia, e poi io, Maria Celano, oggi candidata ufficialmente alla Camera dei Deputati nella circoscrizione Lazio 2. Posizionata al 14° posto.

Capolista l'On. Antonio Di Pietro.

Come ho detto nel mio discorso di apertura della campagna elettorale non mi sento in questo momento una 14°, ma una tra le 300 persone che l'Italia dei Valori ha scelto per farsi rappresentare e questo è una cosa di cui andare orgogliosi e fieri.

Sono stanca e ho mal di testa, e siamo ancora all'inizio.

Questa sera andrò prima a casa per stare con i miei bambini e farmi dire da loro che cosa hanno capito di questa giornata. Perchè loro erano lì a fare il tifo per la mamma!

Pubblico di seguito il testo del mio intervento.

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Discorso di apertura della campagna elettorale per le elezioni alla Camera dei Deputati del 13-14 Aprile 2008

Innanzitutto desidero ringraziare l’Onorevole Di Pietro, l’Italia dei Valori ed i suoi rappresentanti per l’occasione che oggi mi viene data di rappresentare Aprilia e la provincia di Latina in questa tornata elettorale.

E’ stato per me un onore rispondere favorevolmente alla proposta del Commissario Giuseppe Colaiacovo di presentare la mia candidatura alla Camera dei Deputati.

Mi ha detto: “C’è bisogno di volti nuovi per la politica del nostro territorio… te la senti?”. Ci ho pensato e mi sono detta: “Perché no?”.

Certo, il momento storico non è dei migliori per i politici e sono cosciente che l’attuale legge elettorale non permetterà una mia personale elezione a meno di un miracolo, ma è questo un motivo sufficiente per tirarsi indietro? Da sempre ci lamentiamo del fatto che la “politica” di Aprilia, tra le maggiori città della regione, non riesce ad esprimere un proprio rappresentante in nessun organo di governo sovracomunale, ma invece di lottare per emergere e far valere il nostro sacrosanto diritto ad una rappresentanza preferisce fare l’offesa e rinchiudersi nel proprio orticello.

Beh, c’è una novità: oggi noi, “semplici” cittadini, ci siamo stufati! Siamo pronti a scendere in campo in prima persona! C’è chi lo fa organizzandosi in liste locali e chi, come me, entrando in un partito che sente vicino ai propri valori e cercando di cambiare le cose dall’interno.

Oggi, per me, inizia un viaggio e lo voglio iniziare rispondendo ad una domanda posta da Luca De Biase nel suo blog (http://blog.debiase.com/2008/03/05.html#a1702): “E tu, sei orgoglioso di essere italiano?”. La mia risposta è SI, cento, mille volte SI… “ma anche” NO, cento, mille volte NO!

Si, quando sento parlare dei nostri giovani che ricevono incarichi di prestigio presso le migliori università estere, con a disposizioni milioni di dollari da gestire per le loro ricerche. No, quando mi rendo conto che quei giovani son dovuti scappare dal loro paese per vedere riconosciute le loro capacità, soffocati da baronie e scelte miopi della nostra politica che tanto li penalizzano.

E allora, come madre, mi chiedo: che futuro si sta preparando per i nostri figli, mentre i nostri politici sono tanto occupati a disquisire di massimi sistemi?

I problemi del nostro Paese sono tanti e noi li viviamo, tutti, giorno per giorno sulla nostra pelle. Sono semplici:
la mancanza di lavoro ad ogni livello;
la paura strisciante che arriva a farti dormire la notte, in casa tua, con un occhio solo;
la rabbia di vedere per strada chi dovrebbe stare in galera;
lo sfinimento di processi che passano ormai di padre in figlio;
lo stato (con la s minuscola) che chiede molto dando in cambio solo burocrazia e inefficienza;
il diritto negato a molti cittadini di un reale accesso alla rete internet (tacendo di quella informazione che cerca di ridurla a covo di pedofili e terroristi!);
il sentirsi dire “torni tra nove mesi” quando si va a prenotare un’ecografia in gravidanza;
la consapevolezza di non sapere dove lasciare i nostri figli quando torniamo al lavoro (chi ha la fortuna di farlo) dopo averli messi al mondo;
leggere che la nostra scuola fornisce livelli di istruzione da quarto mondo (i nostri missionari nel terzo mondo credo facciano di meglio!);
andare al lavoro ogni mattina stipati su vagoni che sembrano carri bestiame.

E’, infine, sentirsi dire in tutte le occasioni “quello che dici è giusto, ma con quali soldi possiamo farlo?” e poi leggere di milioni di euro buttati in progetti nati morti e cattedrali nel deserto!

Come madre dico: BASTA! Come donna dico: BASTA! Come giovane dico: BASTA! Come ex-lavoratrice sfruttata dico: BASTA! Come imprenditore dico: BASTA!

Oggi comincio una battaglia perché i nostri politici si decidano ad ascoltare la nostra voce. L’Italia dei Valori ha dimostrato, nella passata legislatura, di saper dissentire, quando necessario. Mai per una sterile polemica, ma per la difesa di quei valori che le avevano assicurato il nostro voto. Per questo ha guadagnato la mia stima ed il mio appoggio: perché è l’unico partito (oggi insieme al PD) pronto ad ascoltare anche le voci critiche e, anzi, a ritenerle una risorsa! Se pensano di aver scelto un “peone” si sono sbagliati: anche se non sarò eletta porterò le nostre istanze a chi verrà eletto e mi assicurerò che vengano ascoltate, dovessi braccare personalmente Di Pietro per farlo!

Da domani inizierò la mia campagna elettorale, con l’intenzione di incontrare le tante anime del nostro territorio, ascoltarne le lamentele, le richieste, le necessità per incorporarle al programma dell’Italia dei Valori.

Oggi le persone come me sono sottorapresentate.

La popolazione del nostro paese è di 59.131.287 di persone[1]. Di queste, 28.369.842 (pari al 47,98%) hanno meno di 40 anni. La loro rappresentanza alla Camera[2] è del 7,46%!

Le donne sono il 51,43% del paese, e vengono rappresentate dal 17,30% dei deputati. Sotto i 40 anni, poi, sono il 23,55% del paese, rappresentate dal 1,75% dei deputati.

Non ci sono quote rosa che tengano! Io dico, e lo dico in particolar modo alle donne e ai giovani: facciamoci sentire! Oggi! Guadagniamoci ciò che pensiamo ci spetti. Non deleghiamo ancora, inutilmente! Se vogliamo cambiare questo stato di cose, dimostriamo quello che valiamo e contiamoci. Si chiama Democrazia, quella con la “D” maiuscola. RIPRENDIAMOCELA!

Incontratemi! Parlate con me! Poi decidete. Ma votate! Perché mai come oggi a noi giovani è stata data (forse senza rendersene veramente conto) la possibilità di cambiare il Paese.

Se volete parlare con me, sono qui. Non importa che vogliate votare o meno per noi: a volte l’opinione di chi dissente ti arricchisce più di un “sono d’accordo”. Per chi cerca un confronto, e non lo scontro sterile, sono sempre disponibile.

L’Italia dei Valori di Aprilia non ha ancora una sede, ma non ce n’è bisogno. Scrivetemi (idv_aprilia@libero.it), oppure venite a discutere sul mio blog (http://mariacelano.blogspot.com). Sarò io a venire da voi, come dovrebbe essere e come non è stato finora. Oppure, molto più semplicemente ed efficacemente, dialogheremo utilizzando quella tecnologia alla quale in tanti stanno tentando da molto, troppo tempo di mettere un bavaglio.

Ogni viaggio inizia semplicemente mettendo un piede fuori della porta, e poi un piede avanti all’altro. Oggi io ho aperto la porta e, ne sono sicura, lungo questa strada, che non so dove mi porterà, incontrerò tante persone che mi faranno crescere. Non vedo l’ora di parlare con ciascuno di loro e ascoltare ciò che hanno da dirmi.

Grazie ancora.

1) fonte: “Statistiche Demografiche Istat”, http://demo.istat.it/pop2007/index.html , dati aggiornati al 1 Gennaio 2007

2) fonte: “Camera dei Deputati”, statistiche della XV Legislatura, http://www.camera.it/deputatism/248/lista.asp

Comincia l'avventura

Mezzanotte e quarantacinque!

E' ufficiale (o almeno così mi hanno detto): il mio nome è tra le candidature presentate dall'Italia dei Valori alla Camera nella circoscrizione Lazio 2. Per la posizione richiamare domani!

Mi aspetto qualcosa a metà strada tra la quattordicesima e la quindicesima, quindi altro che miracolo: ci vorrebbero tutti i santi coalizzati per essere eletti.

Però, visto che sono una persona fondamentalmente ottimista, mi piace pensare al lato positivo della questione: potrò dire la mia al bar (e fin qui niente di nuovo) ma con davanti dei giornalisti (e qui qualcosa cambia, e molto!).

A proposito, per chi fosse interessato, domani, anzi oggi, alle 11:30 aprirò la mia campagna elettorale con una conferenza stampa presso la sala da thè "Dea Kuan Yin" in via Galilei ad Aprilia. Se per caso leggete questo post e vi trovate a passare da li, fateci un salto.

Mi presento

Nasco ad Anzio (RM) il 23 Aprile 1970. I miei genitori, entrambi di origine molisana, trasferitisi ad Aprilia come tanti altri in quei tempi alla ricerca di un futuro migliore per se e per i propri figli, mi hanno cresciuta (insieme a mio fratello di tre anni più grande) educandomi secondo i principi cristiani di onestà e solidarietà, insegnandomi giorno per giorno con il loro fattivo esempio i valori del sacrificio, del lavoro e della famiglia.

Sono cresciuta frequentando le scuole della mia città, ottenendo il diploma di Ragioniere nel 1989. Dopo il diploma mi sono iscritta al corso di laurea in Scienze Politiche.

Nel 1993 ho conosciuto l’uomo che ho poi sposato nel 1998. Le necessità materiali connesse alla vita in comune mi hanno portato a fare un scelta di vita, interrompendo gli studi (sono comunque tuttora iscritta, con la ferma intenzione di ottenere la laurea non appena i due "ragnetti" me lo consentiranno) per cercare un lavoro e contribuire così al mantenimento della famiglia.

Dal 1997 al 2001 esploro il mondo delle “flessibilità” (anche se allora non si chiamava ancora così), collaborando in maniera “continuativamente saltuaria” con diverse società allo sviluppo di progetti multimediali, disciplina all’epoca relativamente nuova.

Le esperienze accumulate e la voglia di mettermi in gioco mi portano, nel 2001, ad avviare un mio progetto imprenditoriale nell’ambito della comunicazione pubblicitaria, esplorando così anche l’altro lato della barricata e le difficoltà di cercare di superare quelle barriere (sociali, culturali e di genere) di cui oggi tanto si parla (mia madre era bidella, mio padre operaio, io sono donna/madre in un mondo di/per uomini!).

Nel 2003 nasce il mio primo figlio, al quale farà seguito una secondogenita nel 2006. Le difficoltà pratiche connesse alla loro crescita in una società come quella odierna estremamente carente nel sostegno alle mamme lavoratrici (siano esse dipendenti o imprenditrici), vengono superate grazie alla fattiva collaborazione dei nonni e di quella “rete di relazioni famigliari” che sono l’ossatura della nostra attuale società.

La gioia della loro presenza nella mia vita mi aiuta a superare le fatiche del vivere giornaliero e non spegne la mia voglia di mettermi in gioco. Così, nell’aprile del 2006, subito dopo la nascita della mia secondogenita, accetto con entusiasmo la carica di Presidente della neonata Associazione Molisana di Aprilia, costola dell’omonima Associazione di Pomezia ed Ardea.

Dopo due anni di lavoro l’Associazione vanta 200 persone tra molisani e simpatizzanti, che partecipano attivamente agli incontri sociali ed alle gite organizzate per far conoscere e mantenere vive le tradizioni e la cultura di quella terra che tanto amo.

La voglia di contribuire in prima persona alla crescita del mio Paese mi hanno fatto accettare la proposta di presentare una mia candidatura alla Camera dei Deputati.

Sono cosciente della sfida che mi si pone davanti, dato l’attuale clima di sfiducia del Paese verso una politica che è sentita incapace di rappresentare gli interessi generali in un momento di forti tensioni sociali ed economiche. Ma metterò in questa sfida tutta me stessa con l’obiettivo di far ridiventare maiuscola quella “p” e di far tornare la gente ad interessarsi alla Politica e ad avere di nuovo fiducia nei suoi rappresentanti.