martedì 1 aprile 2008

Dilettante allo sbaraglio?

Mi si domanderà se io sia principe o legislatore per scrivere di politica. Rispondo di no e che appunto per questo ne scrivo. Se io fossi principe o legislatore non perderei il mio tempo a dire ciò che bisogna fare; lo farei, o starei zitto.

Queste parole (l’incipit de “Il Contratto Sociale” di Rousseau) mi sono tornate in mente leggendo il pezzo di Lonoce sull’ultimo Giornale del Lazio, nel quale vagheggia i bei tempi andati in cui i politici venivano cresciuti a manifestazioni e ciclostile, prima di “meritarsi” il diritto ad uno scranno in parlamento.

Che bei tempi! Davvero. Tempi in cui i politici “di professione” stavano zitti e facevano. Facevano i debiti che oggi tocca a noi pagare!

Il sig. Lonoce si chiede se sia davvero il caso di affidare la gestione dello Stato a dei “dilettanti della politica”, contrapposti ai “professionisti della politica” ossia gente “preparata, svezzata, e adusa ai regolamenti consiliari (istruzione di una delibera, risposta ad una interrogazione)”. Perché, dice, in fondo il lavoro di un parlamentare consiste in (a) valutare il governo e (b) fare le leggi, dove per “fare” credo intenda “scrivere” le leggi. Quindi questo delicato lavoro è meglio lasciarlo fare a chi conosce il gergo, così come è meglio lasciar fare il dentista a chi ha studiato per farlo.

Adesso mi è tutto più chiaro! Ora capisco perché, pur possedendo una buona cultura ed un discreto grado di istruzione, non riesco a leggere un articolo di legge senza farmi venire il mal di testa. Il fatto è che mia madre nel pane ci metteva la marmellata invece dei ciclostile!

Però, sig. Lonoce, mi faccia capire: se le leggi sono scritte per essere osservate dal popolo, non dovrebbero anche essere scritte in un linguaggio che il popolo possa capire? E se il lavoro di un politico consiste nello scrivere le leggi, non sarebbe meglio se costui parlasse il linguaggio del popolo invece di un linguaggio iniziatico? Per estensione, allora, non sarebbe meglio che costui appartenesse al popolo e ne condividesse i problemi invece di innalzarsi sopra quella pila di ciclostile che ha prodotto nei suoi lunghi anni di apprendistato?

Io credo che fare politica sia qualcosa di più che “istruire una delibera”. Fare Politica (quella con la P maiuscola) dovrebbe significare farsi carico dei problemi della comunità e cercare una soluzione che tenga conto del bene comune. Soluzione che, gioco forza, scontenterà alcuni ma sarà il meglio per la maggior parte. Il fatto è che i politici “veri” hanno abdicato a questo compito. Tutti indistintamente: quelli della prima come quelli della seconda repubblica. Ecco perché oggi a noi “shampiste” tocca smettere di spettegolare e provare a far vedere che una politica “nuova” è possibile anche in questo nostro disastrato paese.

Mi trova d’accordo quando ricorda che gli ultimi 15 anni di governo sono stati sostanzialmente anni di immobilismo, in cui il nostro paese ha perso via via terreno rispetto agli altri paesi industrializzati. Anni in cui non si è più parlato di infrastrutture né di piani a lungo termine. Anni in cui l’unica cosa che teneva coese le forze in campo era il berlusconismo da una parte e l’antiberlusconismo dall’altra.

In netto disaccordo mi trova invece quando giustifica il “non voto” o il “voto di protesta” e non perché io sia una candidata ma perché sta (state) perdendo di vista un punto a mio avviso fondamentale.

Per la prima volta da quando è nata la Repubblica, i partiti politici hanno dovuto aprire le loro porte alla società civile. E’ vero: alcuni nomi sono di facciata, ma insieme a loro ci sono anche persone “pulite”, che non sono cresciute a pane e ciclostile e nemmeno hanno una faccia nota. Persone che i problemi del paese li vivono sulla loro pelle come tutti quanti gli altri e che semplicemente hanno deciso di smettere di lamentarsi attorno a un tavolo la domenica pomeriggio e provare a cambiare le cose.

Lo fanno, lo facciamo, esponendoci in prima persona in un momento in cui fare il politico è una vergogna piuttosto che un onore. Siamo candidature di bandiera? Nominati solo per defraudare i nostri concittadini del loro legittimo voto? Io non credo! Siamo facce nuove. Altre in giro non ne ho viste! Si fa presto a delegittimare, ma se non si propone qualcosa di nuovo allora non è critica, ma gioco al massacro.

Il voto che stiamo chiedendo in questi giorni non è per “lor signori”, ma per noi. Lor signori in parlamento ci andranno lo stesso con o senza il vostro voto. L’astensione in questo senso non serve. Dovessero anche ricevere tre voti se li spartirebbero e governerebbero: chi non vota non ha voce.

Ma per noi quel voto rappresenta la possibilità di continuare la battaglia che stiamo cominciando. E’ il nostro giro di ciclostile! E’ la possibilità di far sentire la nostra voce (e quindi anche la vostra) all’interno di quelle strutture dalle quali per anni ci hanno accuratamente tenuto fuori!

E io lo chiedo, quel voto, senza remore né timori reverenziali. Lo chiedo a tutti, di destra, di sinistra e di centro. Lo chiedo ai meet-up e al popolo del vaffanculo. Lo chiedo ai pensionati e ai giovani che oggi mi rispondono “io so già chi votare” senza nemmeno ascoltare cosa ho da dire. Magari non a me (anche se preferirei), ma datelo quel voto. Lasciate che lì in alto sappiano che la gente ancora supporta i “suoi” candidati, perché altrimenti rischiamo veramente che al prossimo giro di candidati non ce ne siano proprio.

Prima di parlare di “dilettanti” venga almeno sul mio blog (mariacelano.blogspot.com) a vedere come la penso e le battaglie che ho scelto di portare avanti. Venga al convegno che abbiamo organizzato il 4 aprile per parlare di internet e democrazia, convegno in cui porterò (a mie spese, altro che arricchirsi!) un paio di nomi di rilevanza internazionale nel settore per parlare di politica vera, quella che senza nascondersi dietro paroloni e formule di rito affronta i punti nodali dello sviluppo del paese.

Venga a discutere un po’… che’ magari ci scappa anche uno shampoo!

1 commento:

michfabi ha detto...

Maria carissima,

grazie per lo "shampoo" salutare di oggi pomeriggio!

E' stato un evento riuscito, a mio parere. Buona la partecipazione, buono il livello di provocazione - sia verso i giovani sia verso gli anziani - l'ho osservato appena si è chiuso l'incontro.

Grazie in particolare per la preziosa presenza dei relatori che sei riuscita a farci incontrare. Continuiamo a sviluppare il tema della wiki-democracy: è veramente stimolante. Sarebbe molto utile riportare i vari interventi, magari spezzati l'uno dall'altro con un tuo commento/valutazione.

Brava, onorevole!