lunedì 17 marzo 2008

Un'istruzione degna di questo nome

Sette studenti su 10 hanno almeno una sufficienza : sono i risultati del primo quadrimestre! La percentuale sale per gli istituti tecnici (80%)!

L'Italia è al 33esimo posto per competenze di lettura, al 36esimo per cultura scientifica, al 38esimo posto per quella matematica (su 57 paesi).
Peggio dell'Italia, tra i paesi dell'Unione europea soltanto la Grecia che si posiziona al 39esimo posto e Bulgaria e Romania
(fonte: Associazione Italiana Per la Ricerca)

I nostri studenti non sanno rispondere a banali domande. Ed i nostri laureati non stanno meglio, visto che non si riesce ad assegnare i posti ad un concorso perchè i candidati non sanno leggere e scrivere (non riesco a rintracciare la fonte, ma tanto abbiamo capito tutti di cosa stiamo parlando!).

La nostra scuola è allo sfacelo! Non so quando è cominciato, ma il risultato è sotto gli occhi di tutti.

Le analisi sociologiche si affannano a cercare un capro espiatorio: i professori sottopagati, le innumerevoli "riforme" succedutesi negli anni che non hanno fatto altro che confondere le acque, i ragazzi che non hanno più rispetto per l'autorità, le mamme che "mio figlio senza cellulare a scuola mai!" e così via di luogo comune in luogo comune.


Oddio, non voglio dire che le cause non siano importanti, però noi stiamo passando tutto il nostro tempo a parlare delle cause e degli effetti trascurando le soluzioni!


Io dico basta! Cominciamo a rimboccarci le maniche tutti quanti e vediamo cosa si può fare per migliorare guardando al futuro! E, soprattutto, facciamolo insieme!


Cominciamo ad identificare le cose che non vanno? A mio parere:


1) Edilizia scolastica.

Fatiscente, inadeguata, sottodimensionata sono solo alcuni degli aggettivi che mi vengono in mente. Bisogna ripartire per forza da qui: inutile stare li a blaterare di insegnare ai nostri ragazzi inglese e informatica quando poi non abbiamo nemmeno le sedie dove farli sedere.


2) Motivazione degli studenti

Uno studente non adeguatamente motivato non ha voglia di studiare, per quanto bravo sia il maestro. Qui il problema è (anche) sociologico: quando un laureato fa il disoccupato a 1.000 €/mese, come si fa a competere con un Grande Fratello qualsiasi? Dobbiamo far si che i nostri figli quando pensano al miglioramento personale pensino alla Cultura e non solo al pallone o alla televisione!


3) Motivazione degli insegnanti

Gli insegnanti devono tornare ad avere il ruolo di prestigio che meritano. Sono loro la categoria più importante! Sono letteralmente le guide dei nostri figli. Smettiamo di pagarli una miseria chiedendo loro di fare i miracoli quando non gli diamo nemmeno la carta su cui scrivere.


4) Piani di studio completamente irrazionali

Ma è vero che abbiamo qualcosa come un centinaio di maturità diverse? E a che servono? E poi, serve davvero ad ogni ciclo ricominciare dai Sumeri e magari non arrivare a Moro e alle Brigate Rosse? Non sarà che dei Sumeri non gliene frega niente a nessuno mentre la relazione tra Moro, BR e politica è un tema un po' troppo scottante per lasciare che dei piccoli 18enni ci riflettano sopra?


5) Mancanza di Risorse

Come possiamo insegnare informatica se le scuole non hanno un'aula attrezzata? Che potrebbe servire anche per insegnare le lingue (ma guarda quante cose fanno i computer :-). Se chiediamo agli insegnanti di insegnare, dobbiamo dar loro i mezzi per farlo!


6) Esborso economico

Non nascondiamocelo: far studiare un figlio costa! Lo studio deve essere essere veramente gratuito.


e infine


7) Merito!!!

Un professore capace e carismatico deve guadagnare di più di una mezza calzetta. E, anzi, le mezze calzette a scuola non ci dovrebbero stare proprio.

Lo stesso deve valere per i ragazzi: se non studi, non sperare in corsi di recupero e "debiti formativi". Io ho detto che hai il diritto di essere istruito, ma questo diritto comporta il dovere di studiare.


Vi viene in mente qualche altra cosa?


Riflettiamoci un po' sopra e in un prossimo post proveremo a dare delle risposte che possano trasformare i nostri propositi in azione.

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