mercoledì 22 aprile 2009

E' ora di guardare a destra...

...soprattutto quando si tratta di attaccare!

Direi che si potrebbe, anzi si dovrebbe, farla finita con questa mania di punzecchiarsi di continuo tra di noi. Abbiamo deciso di non correre le primarie. Ne abbiamo spiegato le ragioni, a chiare lettere, senza remore nè complessi. Non per questo siamo meno "democratici" e se non altro andiamo ad ascoltare quello che coloro che reputiamo AMICI hanno da dire.

Il nemico non è all'interno del centro-sinistra. I voti non vanno portati via all'Italia dei Valori. Bisogna innanzitutto portare a votare quelli, e sono tanti, che a votare non ci vogliono più andare perchè disgustati dalla politica degli ultimi quindici anni, che non ha mantenuto mai le promesse fatte in campagna elettorale.

Questa gente non aspetta altro che un leader da seguire, qualcuno di cui fidarsi e che sappia risvegliare la speranza ormai quasi spenta di poter aspirare ad un futuro migliore.

Abbiamo il dovere di dare una risposta alle loro richieste. Questo è il momento di osare e di proporre una visione coraggiosa della nostra città. La domanda da porsi, quella che vorrei sentirmi porre, quella che nessuno fa più è: "signor candidato a Sindaco, dove vuole portare la nostra città nei prossimi cinque anni?".

Perchè è questo quello che dovrebbe fare un Sindaco con la S maiuscola: PROGRAMMARE LA CRESCITA DELLA CITTA' CHE GOVERNA!

Riparare le buche, ridurre il debito, ampliare il cimitero... sono tutta ordinaria amministrazione! E ci mancherebbe che un sindaco non le facesse. Invece oggi sono diventati "programma elettorale".

Io credo che un vero programma elettorale debba contenere altro. Debba dirci come la nostra città si inserirà nel tessuto economico che emergerà quando questa crisi sarà finita. Cosa farà dei nostri giovani disocuppati, precari, senza un futuro. Giovani che sempre più spesso se ne vanno all'estero senza nemmeno quel rimpianto che accompagnava i nostri nonni.

Credo che un programma elettorale debba avere un cuore, non solo un cervello. Un cuore che pompi linfa vitale verso i più deboli e bisognosi: gli anziani, le donne sole, gli immigrati, i bambini.

Credo che un programma debba avere polmoni per gridare tutto il nostro sdegno verso chi avvelena la nostra città. Visto come il commissario sta trattando il tema turbogas, non mi stupirei se domani la Bencivenni verrà a decantarci i benefici che la centrale porterà al nostro territorio. Vedrete: ci dirà che riscalderà le nostre notti invernali, che porterà benefici occupazionali, che pagheremo meno l'energia elettrica!

Credo che un programma debba avere uno stomaco grande così, per digerire tutte le porcate che ci sono state propinate negli ultimi quindici anni.

E, infine, credo che un programma debba avere gambe forti per portarci dove vogliamo arrivare e mani aperte per stringere tutti quelli che si vogliano unire a noi in questo viaggio.

Sono convinta che non è con gli "io voglio" che le cose cambieranno. Ne abbiamo sentiti troppi di "io voglio" in passato: "io voglio una variante", "io voglio più cubature", "io voglio una poltrona".

Per cambiare le cose serve un "noi": noi, tutti insieme, cambieremo in meglio questa città!

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